La brutta figura di Regione Lombardia sui denti delle persone disabili

Il centro Dama di Milano è un eccellente riferimento per l’igiene orale di chi soffre di problemi psichici, cognitivi e sensoriali. Ma rischia di chiudere per mancanza di risorse umane ed economiche. La politica cosa fa?

Durante le feste di Natale vi consiglio di stare attenti alla quantità di dolci che mangerete e di essere molto meticolosi quando vi laverete i denti. A dir la verità queste semplici ma necessarie regole sarebbero da seguire sempre in modo da assicurarci una corretta igiene orale, prevenendo l’insorgere di carie e altri problemi, ma va da sé che, nelle occasioni in cui si eccede con il consumo di zuccheri, questo rischio aumenti. Per alcune persone sarebbe particolarmente importante cercare di anticipare la necessità di dover rivolgersi al dentista a causa delle loro difficoltà a gestire positivamente una seduta da questo specialista. Mi riferisco a tutti quei pazienti con disabilità, le cui caratteristiche motorie, intellettive o psicologiche potrebbero far emergere esigenze particolari o criticità durante le sedute dal dentista o dall’odontoiatra.

UN MOMENTO DELICATO PER PAZIENTI CON DISABILITÀ

Credo che nessuno sia particolarmente entusiasta all’idea di farsi mettere in bocca le mani e gli strumenti del mestiere ma per alcune persone la cura dei denti può diventare una tortura. Per chi ha difficoltà a rimanere immobile come me, per, una banalissima estrazione dentaria può rivelarsi un’impresa titanica, sia per chi la subisce sia per il professionista che la esegue. Ma una seduta dal dentista potrebbe essere vissuta con ansia anche da chi non possiede tutti gli strumenti per comprendere gli elementi di contesto e quello che sta succedendo nella sua cavità orale oppure da chi fatica a gestire l’emotività per qualsiasi altro motivo.

NON TUTTI I DENTISTI SONO PREPARATI

Insomma curarsi i denti per una persona con disabilità non è sempre facile e banale anche perché, secondo me, non bisogna dare per scontato il fatto che tutti i dentisti siano preparati a relazionarsi e gestire pazienti con esigenze particolari. Fortunatamente il mio specialista di fiducia è anche un caro amico che mi conosce da anni e sa mettermi a mio agio. Prevede sempre un po’ di tempo in più da dedicarmi rispetto agli altri appuntamenti perché sa che ho bisogno di intervallare i momenti in cui devo stare immobile sul lettino a momenti in cui posso muovermi. Però prima di conoscerlo e diventare sua paziente ho anche avuto esperienze negative.

UNA BRUTTA ESPERIENZA PER DELLE RADIOGRAFIE

Ricordo, per esempio, quando da bambina mi hanno prescritto delle lastre alle cavità orale. La tecnica radiologa che doveva eseguire le radiografie si è spazientita perché non riuscivo a restare abbastanza ferma, il suo nervosismo mi ha fatto agitare e ha aumentato le mie distonie. Mia madre, vedendomi distrutta per la fatica e demoralizzata, si è imbestialita con la dottoressa e per poco non ci scappava un litigio. Penso che purtroppo molti medici non sappiano andare oltre ai “casi” standard in cui quindi è sufficiente seguire le procedure di routine. Appena ai loro occhi si presenta una situazione straordinaria, ossia fuori dall’ordinario, vanno in tilt o comunque sono in difficoltà.

A MILANO C’È UN ECCELLENTE CENTRO PUBBLICO

Fortunatamente però ci sono delle eccellenze sparse qua e là sul territorio italiano. Una di queste è il progetto Dama dell’ospedale San Paolo a Milano. Si tratta di una struttura d’eccellenza soprattutto nella cura dei pazienti con disabilità psichiche, cognitive e sensoriali. Ciò che rende il progetto ancora più prezioso è che si tratta di un centro pubblico. Tuttavia, nonostante il progetto rappresenti un importantissimo punto di riferimento per tante persone disabili, rischia la chiusura. Perché? Risorse umane ed economiche insufficienti a rispondere alle esigenze di cura dei pazienti.

MA L’EQUIPE MEDICA SI BASA SUL VOLONTARIATO

Il Dama sopravvive grazie al servizio di un’equipe medica formata da personale volontario, a eccezione del responsabile del reparto odontoiatrico. Il volontariato è un’attività davvero molto nobile, ma non si può pensare che la sopravvivenza di un progetto così utile e prezioso sia legata alla buona volontà di pochi professionisti che decidono di prestare servizio gratuito. Non è giusto nei loro confronti, ma non è nemmeno una scelta molto intelligente e strategica di Regione Lombardia a cui la direzione del centro ha chiesto aiuto e che sarebbe tenuta a intervenire visto che si sta parlando di sanità pubblica. Ma la Regione promette e non mantiene, stando a quanto dichiarato da Eugenio Romeo, direttore del Dama, e da Roberto Rozza, responsabile del reparto odontoiatrico del centro.

IL DIRITTO ALLA SALUTE NON VIENE RISPETTATO

Rozza spiega: «Per esempio la Regione finanzia le spese per la struttura e il personale infermieristico, ma non retribuisce i medici che al Dama sono sette e lavorano da volontari». Gran bella figura si sta facendo nei confronti delle persone con disabilità! Ma oltre a non intervenire per fare in modo che il diritto alla salute venga rispettato, non mi sembra che si stia muovendo nemmeno in difesa dei suoi interessi. Poter vantare un centro d’eccellenza nelle cure di pazienti con disabilità, infatti, non è una questione da poco e quindi non capisco questa esitazione nell’investire sul Dama.

E LA LOMBARDIA PERDEREBBE UN MODELLO

Se il progetto dovesse chiudere per mancanza di risorse i pazienti con disabilità perderebbero un importante punto di riferimento, ma anche il servizio sanitario regionale si priverebbe di un modello da esportare in altre Regioni. Senza dubbio chi ci rimetterebbe di più sarebbero ancora una volta i pazienti con disabilità e le loro famiglie e che aspettano con ansia e preoccupazione un intervento da parte della politica. Infatti servirebbe una forte volontà per risollevare le sorti del Dama e più in generale di tutta la sanità lombarda.

MOZIONE URGENTE PRESENTATA DAL PD

Carlo Borghetti, vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia – Partito democratico – ha scritto una mozione urgente in proposito. Speriamo che queste festività diano l’occasione ai politici lombardi di mettersi una mano sulla coscienza e l’altra al portafoglio affinché questo progetto possa continuare a essere un punto di riferimento importante per la salute di tanti pazienti con disabilità.

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Buon 2030, viaggio in un futuro di crescita e innovazione

Pil globale salito di oltre il 30%. Vita media allungata fino alle soglie dell’immortalità con l’upload cerebrale. Più potere d’acquisto e frenata demografica. Surriscaldamento globale sconfitto. Uno scenario razionale e senza ansie sulla fine del prossimo decennio.

Quando la mattina del primo gennaio la cara zia Clelia suonerà il campanello saprò che è giunto il nuovo anno, poco importerà che la sua sarà telepresenza, perché dopo aver fatto l’upload della sua mente in un droide si è liberata della decadenza del suo corpo fisico. Certo viene da chiedersi come saranno le tavolate di Natale fra qualche anno, con le famiglie che non smetteranno più di allargarsi, ma siamo praticamente nel 2030 ed è ora di adeguarci alle novità. Non si può continuare a vivere nel passato, come se fossimo ancora – che so io – nel 2020 e il presidente degli Stati Uniti fosse ancora Donald Trump (uh, e chi se lo ricordava più? Che tempi, quei tempi).

IL FUTURO CI APPARE SEMPRE PIENO DI INCERTEZZE

È sempre così: guardandosi indietro vediamo tutto come scontato, acquisito, chiaro, definito. Ma allora come ora il futuro appariva pieno di incertezze. Non sapevamo che cosa ci aspettava. Anche se col senno di poi sappiamo che qualche indizio era disponibile.

STIPENDI EROGATI IN TOKEN AZIENDALI

Per esempio nel 2019 molti avevano ormai capito che il Giappone era “estremo Occidente” nel senso che anticipava tendenze che avrebbero coinvolto poco a poco gli altri, ma nessuno aveva intuito che il modello retributivo della nipponica Disco Corporation sarebbe diventato lo standard con cui tutti oggi abbiamo familiarità: parte del salario erogata in token (monete digitali) aziendali, con cui si alimenta un mercato (efficiente) interno all’azienda, comprando la collaborazione di altri uffici, noleggiando le sale riunioni (usandole quindi solo quando servono).

QUASI IMMORTALI GRAZIE ALL’UPLOAD CEREBRALE

A pochi giorni dall’inizio del 2030 possiamo ormai dire che anche il decennio che abbiamo alle spalle è stato ancora una volta un decennio di crescita economica. Il Pil globale è cresciuto in questi ultimi 10 anni di oltre il 30%, la vita media si è allungata ancora e con l’upload cerebrale siamo ormai alle soglie dell’immortalità.

GLI STORICI PIANIFICHERANNO IL DOMANI

Non mi sono ancora abituato all’idea che potrò dialogare coi miei trisnipoti e trasmettere loro le mie esperienze in forma diretta, e non credo che socialmente abbiamo ancora compreso le implicazioni di tutto questo. Per esempio, dico io, diventerà ovvio che il lavoro degli storici non sarà conoscere il passato, come archivisti, ma attraverso lo studio della Storia governare il presente e pianificare il futuro.

ASSISTENZA SANITARIA MIGLIORATA ANCORA

A proposito di futuro, sembrerà che le cose stiano peggiorando o almeno che stiano per peggiorare, come sempre ci accade: siamo una specie plasmata dall’evoluzione a prestare estrema attenzione ai pericoli (il patrimonio genetico dei più disattenti non è giunto fin qui… Reagire in modo eccessivo ai falsi allarmi di attacchi nemici è stata a lungo la cosa giusta da fare per sopravvivere), ma per quanto i nostri cervelli siano più attratti dai problemi, i fatti ci dicono che il genere umano continua a progredire e a migliorare le sue condizioni. L’assistenza sanitaria è migliorata ancora, grazie ad altre stupefacenti scoperte mediche, e la crescente attenzione per l’alimentazione ha portato la mortalità infantile globale a nuovi minimi storici.

UN DECENNIO DI REGULATION SUI NOSTRI DATI

Ma il decennio che abbiamo alle spalle è stato anche il decennio della regulation. Ricordate nel 2020, prima dello split di Facebook, come una manciata di grandi player si spartivano l’intero mercato dei dati e spadroneggiavano nel mercato pubblicitario. Il Gdpr, per regolare e proteggerci dall’uso improprio dei dati, c’era solo in Europa. Incredibile, a pensarci, sembra ieri.

I RECORD LI FANNO GLI ATLETI AUMENTATI

Peraltro il 2020 era l’anno in cui molti aspettavano la cosiddetta “recessione Godot”, quella che non arrivava mai e che impiegò ancora un po’ a manifestarsi, ma è stato anche l’anno delle Olimpiadi di Tokyo, le ultime a registrare tutti quei record. Oggi i record si registrano tutti alle Paralimpiadi con gli straordinari “atleti aumentati”, ma chi ci pensava dieci anni fa?

BUONE NOTIZIE DALLA DINAMICA DEMOGRAFICA

Nel frattempo la dinamica demografica mondiale sembra dare buone notizie sia per l’umanità sia le altre specie del Pianeta. Il calo della crescita della popolazione sta avendo certamente degli impatti economici rilevanti (per consumi e sistemi pensionistici innanzitutto), ma quantomeno ci aiuta a vivere in maggior equilibrio con il resto dell’ecosistema della Terra. Secondo le statistiche preparate dalla Banca mondiale, la crescita della popolazione ha raggiunto un picco di circa il 2% annuo alla fine degli Anni 60. Nel 2020 era circa l’1%, oggi è al di sotto di 0,9% ed è probabile che continuerà a scendere verso lo zero.

EFFETTO RICCHEZZA CHE DURERÀ A LUNGO

Quindi da una parte abbiamo ancora molti anni davanti a noi dove la demografia continuerà a sostenere la crescita economica. Inoltre, siccome i gruppi di popolazione più numerosi e in più rapida crescita stanno ancora recuperando il ritardo rispetto agli standard di vita del mondo sviluppato, la crescita del potere d’acquisto della popolazione mondiale continua (e continuerà) a crescere più velocemente dell’espansione demografica. Un “effetto ricchezza” che garantisce ancora sostegno alla crescita economica e ai rendimenti degli investimenti per i prossimi decenni.

SALVATO ANCHE LO STRATO DI OZONO

Insomma, il futuro è pieno di prospettive luminose, ma lo percepiamo come oscuro, e probabilmente sarà sempre così, è una deformazione insita nel nostro essere, ed è anche utile: se non ci preoccupassimo del futuro, non ci attrezzeremmo per evitarne i rischi. Il futuro sarà migliore, ma solo se crediamo che non lo sarà. Per esempio: saremmo riusciti a fermare l’impoverimento dello strato di ozono senza tutte quelle storie di paura di un’imminente catastrofe ambientale?

NUOVE TECNICHE DI SMALTIMENTO DELLA CO²

Con che spirito dobbiamo quindi guardare al futuro? Pensiamo al decennio che abbiamo alle spalle: tra il 2020 e oggi abbiamo rilanciato le missioni su Marte, e ci stiamo avvicinando a realizzare il primo viaggio umano interplanetario. Abbiamo affrontato sempre più coesi le sfide della sostenibilità e del cambiamento climatico (e ancora molto resta da fare, anche se le recenti innovazioni della genetica applicata alla botanica ci hanno permesso di realizzare nuovi strumenti di smaltimento della CO²). Abbiamo visto arrivare i taxi volanti, le super car elettriche e la medicina personalizzata, riuscendo nel frattempo a regolamentare i giganti della tecnologia, imponendo loro una tassazione più equa e meno facile da eludere.

UNO SFORZO: ALLONTANARE ANSIE E DUBBI

Avremo davanti, come sempre abbiamo avuto, alti e bassi. Oggi il 2020 lo guardiamo con occhio nostalgico, sta nel passato e quindi è privo di incertezze o incognite, mentre il 2030 che abbiamo davanti è fonte di ansie e dubbi. Dobbiamo ricordarcene ogni volta che guardiamo al futuro, cercando di fare uno sforzo. Lo sforzo di essere razionali e non concedere troppo spazio ai meccanismi insiti nel nostro cervello. Buon 2030 a tutti.

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