Viaggio nel surreale corso da match analyst di Mario Savo
Costi alti, premesse non mantenute e uno stage controverso nel mondo del calcio. Anche se sul web compaiono solo giudizi entusiasti. Recensione di una (dis)avventura.
“La tua carriera nel calcio inizia con noi”. È lo slogan che campeggia sul sito della Élite football center di Mario Savo, una «Scuola di alta formazione» per i «professionisti» del pallone «di domani». Seducente claim, come dicono quelli bravi del marketing, materia – non a caso – in cui si è specializzato Savo, laureato in Economia e Management, responsabile dei corsi e nome noto nel mondo della Match analysis in Italia, cioè lo studio minuzioso e oggettivo di tutto ciò che accade in campo durante una partita, tra numeri, schemi, software e chi più ne ha – di statistiche – più ne metta. Eppure dietro a quella patina di professionalità c’è qualcosa che non torna.
IL NOME DI GUARDIOLA CHE SPICCA NEL CURRICULUM
Lo si scopre per esempio partecipando al corso per diventare match analyst. Come ho fatto io a maggio 2019, sborsando 1.000 euro. Per una settimana di lezioni a Milano, otto ore al giorno, da lunedì a venerdì, più il maxi-esame finale il sabato. Con certificazione ufficiale conseguita in caso di promozione (che ho ottenuto). Nel curriculum di Mario Savo, tra qualche esperienza in Serie B e nel calcio a 5, spicca un nome: Pep Guardiola. Il giovane di Latina nel 2016 ha infatti partecipato in Inghilterra, arrivando fino in fondo, al concorso per “nerd” dei big data voluto dal tecnico catalano del Manchester City, che cercava nuovi modelli statistici-matematici di analisi della performance della sua squadra.
CHE NUMERI: «OTTO EX STUDENTI SU 10 LAVORANO NEL CALCIO»
Insomma, elementi di competenza e serietà, sulla carta. E in più la scuola si vanta di avere numeri da garanzia, o quasi, di successo: la segreteria didattica ricorda che «8 ex studenti su 10 oggi lavorano nel mondo del calcio come analisti all’interno di staff tecnici e reparti scouting, esperti tattici e opinionisti per magazine, giornali e riviste di settore, analisti per famose aziende di Match analysis».
NUMERO CHIUSO DI 30 PARTECIPANTI: E INVECE SONO 50
Ma già il primo giorno della (dis)avventura è arrivata una sorpresa: invece dei 30 partecipanti annunciati eravamo una cinquantina. Stipati dentro una sala piccola e affollata. Il sito però parlava chiaro: numero chiuso fissato a 30, «così da garantire la massima qualità didattica del percorso». Alla fine le persone ammesse erano dunque quasi raddoppiate: e con loro di conseguenza anche l’incasso per la scuola.
COMPUTER E CHIAVETTA USB SI PORTANO DA CASA
Il materiale fornito? Un plico di fogli a quadretti e una penna. Il resto si portava da casa: computer e chiavetta Usb. Il corso ti garantiva giusto la possibilità di scaricare la versione demo (gratuita per 30 giorni) del software “LongoMatch” utilizzabile per passare al setaccio le partite. Ma nessun supporto, come specificato via mail: «Ti preghiamo, per qualsiasi problematica dovessi incontrare» nella procedura di registrazione, «di non contattare la scuola, in quanto la nostra segreteria didattica non avrebbe i mezzi tecnici né le competenze per aiutarti».
LIVELLO 1: 250 EURO PER ASCOLTARE QUATTRO ORE DI PRESENTAZIONI
La scoperta di essere in 50 non sarà stata digerita soprattutto dall’unico partecipante che aveva deciso di iscriversi solo al Livello 1 del corso, quello “Beginner”, della durata di un giorno (il lunedì) e costato 250 euro (più trasporto andata e ritorno dalla Toscana, visto che la persona in questione non era di Milano): oltre metà del tempo è stata dedicata alla presentazione dei candidati, a quella del corso e alla “mission” di Savo che da anni lotta per far riconoscenere professionalmente la figura del match analyst anche per chi non possiede un patentino di allenatore conseguito a Coverciano.
I LABORATORI PRATICI, FINALMENTE
Una volta esaurite nei primi giorni l’introduzione e le lezioni frontali d’aula su come si è evoluto nella storia il pensiero tattico calcistico (nessuna possibilità di avere le slide proiettate, solo grandi paginate di appunti in stile universitario), finalmente la parte pratica più interessante per prendere dimestichezza con la materia: i laboratori sull’utilizzo del software LongoMatch.
MA COL SOFTWARE SI FA DA AUTODIDATTI
Qui la seconda sorpresa: dopo le delucidazioni tecniche e informatiche su come registrarsi al sito, caricare una partita e utilizzare i comandi base, nessuna spiegazione o suggerimento sulla metodologia per compilare un report. Cosa guardare? Su quali aspetti è meglio concentrarsi? Come allenare l’occhio? Sono mancati i consigli e gli esempi (Savo non ci ha mostrato nessuna sua analisi personale, nonostante le richieste dell’aula) al di là dell’insegnamento teorico degli strumenti. Col risultato che i partecipanti hanno dovuto cavarsela da autodidatti il giorno prima dell’esame, sperimentando, confrontandosi e chiedendo a chi già aveva esperienze pregresse.
E IN CATTEDRA SALE ANCHE L’ESPERTO DI SCOMMESSE
Invece che dedicarsi alla materia specifica, durante una giornata a un certo punto il docente ha lasciato spazio e cattedra a uno studente appassionato di scommesse sportive, invitato a illustrare il suo presunto metodo infallibile per riuscire a guadagnare puntando soldi sulle partite. Solo le proteste dell’aula hanno riportato la lezione sui binari della match analysis. Ma la digressione non è stata casuale: Mario Savo ha infatti poi ingaggiato il ragazzo per un altro corso della scuola, quello in “Football sport betting” sulle «metodologie professionali e gli algoritmi per le scommesse sportive e il Betting exchange». Insomma stava sfruttando il momento in prospettiva di crescita del business della scuola. E quindi anche del suo.
DAL CAMPO ALL’IMPRENDITORIA: “L’IMPERO” DI SAVO
Sì perché c’è un punto chiave in tutta la storia. Savo infatti oltre a essere docente è anche titolare dell’intera scuola di formazione, che organizza diversi corsi e non solo quello di match analysis: giornalismo sportivo, psicologia e mental coaching, riabilitazione degli atleti infortunati, radiocronaca e telecronaca, performance & data analysis e appunto scommesse. In alcuni di questi, in cui comunque si avvale sempre della collaborazione di professionisti del settore, è anche insegnante. Quindi, in sostanza, riveste il ruolo di controllore e controllato. Di fatto, come lui stesso ha spiegato a lezione, ha smesso di essere operativo “sul campo” per dedicarsi interamente a questa redditizia attività imprenditoriale. La sede legale della scuola è a Latina, città d’origine di Savo, e il conto corrente dove versare le quote d’iscrizione ai corsi rimanda a una banca di Latina. Non ci sono altre persone della direzione con cui potersi confrontare sull’operato del docente Savo o su eventuali problemi emersi durante le lezioni, né un front office a livello di linee telefoniche.
TEST DI VALUTAZIONE: E L’ANONIMATO DOV’È?
Un metodo per manifestare il proprio parere in realtà ci sarebbe anche stato fornito: quello dei test di valutazione del corso. Peccato che i questionari ci siano stati consegnati chiedendo di identificarli con nome e cognome il giorno prima dell’esame. È evidente che la mancanza di anonimato potrebbe dunque aver compromesso l’attendibilità dei dati raccolti e la sincerità delle risposte. Savo ha assicurato che non li avrebbe letti lui personalmente, lasciando l’incombenza al responsabile dell’ufficio marketing/comunicazione. Ruolo ricoperto dalla sua fidanzata, conosciuta proprio sui banchi di uno dei corsi che ha tenuto in passato.
SUL SITO SOLAMENTE RECENSIONI A CINQUE STELLE
I voti dati alle lezioni e agli insegnanti sarebbero dovuti comparire sul sito della Élite football center. Ma, a distanza di mesi e dopo aver sollecitato a Savo la loro pubblicazione, ancora non ce n’è traccia. Sulla pagina compaiono solo 58 recensioni, tutte da cinque stelle: «Un corso serio e affascinante allo stesso tempo», «Beh!!! Che dire!!! L’essenza del calcio!!!», «Lo rifarei milioni di volte», «Oltre ogni mia aspettativa», sono solo alcuni esempi di commenti. Non esistono in Rete altri riscontri e Google rimanda solo agli articoli pubblicitari scritti su Calciomercato.com, che è partner commerciale della scuola.
L’80% CE LA FA: MA SU COSA SI BASA LA STATISTICA?
Inoltre quel dato sciorinato sull’80% di candidati che lavorano nel mondo del calcio non sembra avere alcuna chiara valenza statistica. Come è stato ottenuto, visto che per esempio nessuno ha chiesto ai 50 del mio corso, dopo sei mesi, se qualcuno avesse trovato un’opportunità lavorativa? A quando è aggiornato? E soprattutto si riferisce agli studenti che hanno ottenuto un impiego nel mondo del calcio esclusivamente grazie al corso o comprende quelli che già erano inseriti nell’ambiente, comprese le categorie dilettanti e giovanili dove raramente si è pagati?
QUEI COMPLIMENTI (POI CANCELLATI) PER L’INCARICO AL MONZA
Un esempio in questo senso è emblematico. Passati tre mesi dalla fine delle lezioni, ad agosto, il profilo Facebook della Élite football center ha pubblicato la foto di un partecipante del nostro corso, complimentandosi per l’incarico ottenuto al Monza calcio grazie (anche) alla formazione fatta a Milano e risultata dunque decisiva per fare “carriera”. Problema: il ragazzo in questione collaborava già con il Monza prima di iniziare il corso, come raccontato davanti a tutti nelle già citate presentazioni-fiume. E quando la cosa è stata fatta notare con un commento ironico via social («Hai gravi problemi di memoria, era già al Monza, non ci è andato grazie a te»), prima il gestore della pagina si è affrettato a cancellare il commento, poi è sparito proprio l’intero post “celebrativo”.
RIPETIZIONE DELL’ESAME: GRATIS, ANZI A PAGAMENTO
Anche le modalità in cui si è svolto l’esame finale – a cui Savo non ha partecipato per impegni personali – hanno fatto registrare un giallo. Quello della ripetizione in caso di bocciatura. Uno studente, cercando informazioni, si è sentito rispondere dalla segreteria via mail: «Qualora volessi ripetere le prove devi pagare 250 euro venendo in aula solamente il giorno della prova». Ma il regolamento al momento dell’iscrizione diceva altro. E cioè che era possibile rifare l’esame «gratuitamente durante le edizioni successive del corso» per un totale di «massimo due tentativi ulteriori».
Una volta chiesto un chiarimento, la scuola ha risposto che si trattava di un «refuso» perché «purtroppo il sito è in ristrutturazione da qualche mese» ed era una «dicitura delle prime edizioni del corso quando le condizioni contrattuali e il numero di iscritti erano tali da permetterci di far ripetere l’esame gratuitamente». Poi cos’è cambiato? «Sono aumentate le spese in capo all’azienda data l’elevata domanda che registra il corso in oggetto e la necessità logistica di attrezzare aule più grandi, in posizioni cittadine meglio raggiungibili, docenti sempre più preparati e standard qualitativi superiori». Dopo l’eventualità di adire le vie legali “minacciata” dallo studente, la versione di Savo è cambiata ancora: nuovo esame gratis, ma solo entro il 2019.
GLI STAGE: LA GUIDA TELEMATICA DI UN TUTOR CHE NON C’È
Infine, l’ultimo aspetto controverso: gli stage facoltativi a fine corso, definiti «efficaci» e «volti al job placement dei profili». Si tratta(va) di report da stilare entro dicembre 2019 su squadre di calcio a scelta e pubblicati poi sul sito della “Associazione italiana analisti di performance calcio”, di cui Mario Savo è presidente. Un modo per farsi conoscere e guadagnarci in visibilità. Le analisi avrebbero dovuto prevedere «la guida telematica di un tutor». Ma, anche qui, ha funzionato tutto da autodidatti.
LE CORREZIONI: SOLO ORTOGRAFICHE
Niente consigli, feedback, correzioni. Solo risposte stringate e generiche via mail come «Ok!» oppure «Ottima analisi! Ricevuta». E quando gli è stato domandato il perché di questa mancanza, Savo ha risposto di essere «stufo di mettere apostrofi» e che «se devo dire “correggete l’italiano” mi sembra di trattarvi come bambini!». Ma i corsisti volevano una revisione dei contenuti, non ortografica. Savo a fine novembre si è anche lamentato del fatto che lo stage (facoltativo) fosse stato eseguito solo da quattro-cinque persone: «Siete stati poco corretti». Il 9 ottobre ci aveva suggerito nella chat di gruppo di non analizzare squadre straniere, ma di partire da quelle di Serie A in modo da farsi leggere da più persone e addetti ai lavori possibile. Per esempio lavorando sul Milan di Marco Giampaolo. Ma l’allenatore rossonero era stato esonerato giusto il giorno prima.
EPPURE PRIMA «NON SI È MAI LAMENTATO NESSUNO»
La maggior parte delle criticità e delle incongruenze elencate qui sono state sollevate di fronte a Savo, di persona durante le lezioni oppure via messaggio nelle settimane seguenti. La risposta più ricorrente è stata: «Quelli prima di voi non si sono mai lamentati».
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