I dati sul gap economico tra Germania Est e Ovest a 30 anni dalla caduta del Muro di Berlino

Nell’ex Ddr residenti in calo, maggiore invecchiamento della popolazione e meno giovani. Più disoccupati e reddito medio inferiore del 20%. Le infografiche sul divario.

C’è un paradosso, in Germania, che mostra un Paese ancora diviso a metà, nonostante il 9 novembre 2019 l’orologio della storia abbia segnato il 30esimo anniversario dalla caduta del Muro di Berlino. Un simbolo che ha separato Repubblica democratica tedesca e Repubblica federale di Germania per 28 anni, ma questo periodo ha segnato il Paese forse più della fine della Guerra fredda. E i dati infatti dimostrano che la Ddr esiste ancora.

Nel rapporto annuale sullo Stato dell’unità tedesca pubblicato nel 2018, le autorità del Paese hanno scritto che il “recupero” dei länder dell’Est procede più lentamente del previsto. Non solo. Il 57% dei residenti dell’ex Germania Est si considera cittadino di Serie B. Il primo dato per capire questo scollamento è quello della popolazione. Oggi, con la sola eccezione di Berlino, i distretti orientali mostrano residenti in calo, invecchiamento e diminuzione dei tassi di natalità.

  • La popolazione in Germania in numero di residenti per chilometro quadrato (fonte: ergebnisse.zensus2011.de)

Tra il 1989 e la metà degli Anni 2000 il numero di figli per donna è sceso da 1,58 a 0,78, salvo poi crescere leggermente negli ultimi anni, con un sorpasso solo nel 2017, quando le regioni orientali hanno superato quelle della ex Germania Ovest con 1,61 bambini per donna contro 1,57. Con questa inerzia demografica l’Est si trova ora con un’età media più alta: 46-48 anni contro i 40-44 dell’Ovest. L’altra mancanza endemica ha riguardato i giovani. Si stima che negli ultimi 30 anni siano passati dall’Est all’Ovest almeno 1,9 milioni di persone nate dopo il crollo del Muro.

  • La percentuale di giovani sotto 18 anni.

DISOCCUPAZIONE, L’EST DOPPIA IL DATO NAZIONALE

Lo spettro delle “due Germanie” si fa ancora più vivo osservando i dati economici e lavorativi. Una delle imprese più difficili per i governi di Berlino è stata quella di far riassorbire la disoccupazione. Basti pensare che nel 2019 nei cinque länder che componevano la Ddr il tasso delle persone senza lavoro si è attestato al 6,9%, oltre il doppio della media nazionale ferma al 3,1%.

  • La percentuale di disoccupati in Germania.

Dati analoghi anche sul fronte della disoccupazione giovanile. Secondo i dati dell’Eurostat nel 2019 la percentuale di lavoratori tra 15 e 24 anni senza lavoro si attestava al 6,2% a livello nazionale, mentre nei cinque land della ex Ddr, senza contare Berlino, il tasso cresceva al 7,8%, un divario anche più ampio se si conta il 5,8% della ex Germania Ovest.

  • La disoccupazione giovanile in Germania in %.

OLTRE 3 MILA EURO DI DIFFERENZA NEI SALARI

Anche il fronte economico non sorride appieno all’ex Repubblica democratica. Il governo federale tedesco ha calcolato che il Pil pro capite è cresciuto per tutto il Paese e che il divario è sceso, ma comunque resta: nel 1990 quello dei cittadini dell’Est era meno della metà – il 43% – di quello degli abitanti dell’Ovest, mentre nel 2018 è diventato il 75% di quello dei vicini. Mentre il reddito medio dell’Est è inferiore del 20% rispetto a quello dell’Ovest. Nel 1989 la forbice tra i salari era al suo apice (4.432 euro) e otto anni dopo, nel 1997, si è dimezzata passando a 2.092 euro. Ma con l’inizio degli Anni 2000 è tornata a crescere: nel 2016 è stata infatti di 3.623 euro.

  • Il Pil dei singoli länder in milioni di euro.

C’è un altro dato che separa Est e Ovest e riguarda la presenza di cittadini stranieri. L’ex Ddr ha mostrato uno scarso fattore attrattivo per i migranti e i tassi ti presenza sono molto bassi. Negli ultimi anni, soprattutto dopo l’emergenza profughi del 2015, la percentuale di stranieri sulla popolazione tedesca si è attestata intorno a 5,8%, superando i 10 milioni di residenti non tedeschi nel 2017. Numeri che però non hanno attecchito a Est. Quasi tutti i länder hanno infatti indici che si fermano intorno al 2%.

  • Percentuale di presenza straniera in rapporto alla popolazione.

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