L’autunno flop di Trump a un anno dalle elezioni 2020
L’emorragia di consensi tra le donne. L’impeachment. Il boomerang siriano e la batosta dell’Election Day. Il tycoon si circonda di uno staff di amazzoni per le prossime Presidenziali.
Ricostruirsi una verginità con le donne. Impossibile per Donald Trump, accusato di stupri e di molestie sessuali anche da una dozzina di americane, tra le quali figure dell’opinione pubblica. Ma proprio per ridurre il fossato scavato con l’elettorato femminile, l’inquilino della Casa Bianca fa il virtuoso con le quote rosa, attorniandosi di collaboratrici per la corsa delle Presidenziali del 2020. La metà dei 26 membri senior del nuovo staff della campagna, ha ricostruito Politico, sono donne: un bel salto dalle tre (inclusa la figlia-advisor Ivanka) nel team del 2016. E un passo obbligato: nelle settimane alla vigilia dell’Election Day del 5 novembre, il test elettorale delle Amministrative non esaltante per i repubblicani, un sondaggio di Fox News ha indicato il presidente Usa, incalzato dall‘impeachment, sgradito anche al 65% delle donne della grande provincia americana.

LO STAFF DI MADRI TRUMPIANE
Un’altra indagine del Public Religion Research Institute ha mostrato un aumento di 11 punti, da settembre, al sostegno all’impeachment delle elettrici bianche con un background di scarsa istruzione: il target che nel 2016 invece, tra le donne, appoggiò Trump. Lo staff in rosa del presidente è costruito a tavolino per cercare di risalire questa china: «Donne in ogni età della loro vita», ha sottolineato la portavoce nazionale della campagna Kayleigh McEnany, giovane scrittrice di fede repubblicana. Meglio ancora se, come lei, incinte in questi mesi o già madri di parecchi figli. Di quattro pargoli la senior adviser Mercy Schlapp, ex funzionaria della Casa Bianca. Di tre la nuora Lara Trump, produttrice televisiva, presente naturalmente all’appello. La squadra di amazzoni conservatrici gira gli States, a manifestazioni come la recente “Women for Trump” in Minnesota. Con l’obiettivo di sfatare la fama da campione di misoginia del presidente-tycoon.
Nell’elettorato femminile si concentra l’emorragia di consensi di Trump
FONDI ROSA E 5 MILA VOLONTARIE
La macchina della propaganda ha un seguito di 4.600 nuove volontarie, iscritte nei 16 Stati per reclutare elettrici repubblicane. Un’altra leva per portare le americane al fianco del Gop sono i dati sui finanziamenti. Per la campagna del 2020 Trump cerca donatrici: nel 2016 le donne rappresentavano un quarto dei suoi contribuenti, nel 2019 sfiorano già la metà della torta. Il presidente americano riparte da loro, perché nell’elettorato femminile si concentra la sua emorragia di consensi, affatto semplice da ripianare. Sempre nei sondaggi di Fox News, quest’autunno Trump è precipitato sette punti sotto l’ex vicepresidente Joe Biden, favorito nelle primarie dei dem. Eppure certo non un volto nuovo, men che meno un campione di appeal. Il 56% degli americani si dice contro l’operato della Casa Bianca, a causa soprattutto dal drastico ritiro militare dalla Siria.

IL BOOMERANG DEL RITIRO DALLA SIRIA
Chi l’avrebbe detto. Trump ha accelerato il rientro di parte delle unità in Medio Oriente, come captatio benevolentiae elettorale. Invece la mossa è stata vista come un ingiusto tradimento degli alleati curdi. In una rilevazione della rete Cbs, solo il 24% degli interpellati ha approvato il disimpegno. Il 34% è contrario, il 41% si è dichiarato non informato a sufficienza. Probabilmente tra gli indecisi, l’altro grande vivaio di proseliti, per il tycoon sarà più facile attecchire che con le donne.
LA BATOSTA DELLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE
Mala tempora currunt, per Trump, anche nello scrutinio dell’Election Day: il voto per rinnovare le Assemblee legislative e i governatori di alcuni Stati. Dopo 26 anni la Virginia è andata ai democratici, anche nel Kentucky tradizionalmente dei repubblicani il candidato Matt Bevin contesta il risultato dell’avversario dem Andy Beshear, che gli ha strappato la vittoria per un pugno di 5 mila voti.
L’unica conferma a Trump è arrivata dal Mississippi roccaforte dello zoccolo duro del Grand old party (Gop) più conservatorista e razzista
Il trend dell’America antitrumpiana, non più a trazione anglosassone, traspare anche dalla conquista di un seggio, in Virginia, della democratica Ghazala Hashmi, prima musulmana eletta al Senato. E, in Arizona, di Regina Romero prima donna sindaco e primo sindaco latinos di Tucson, fiera avversaria delle corporation. L’unica conferma a Trump arrivata dal Mississippi, roccaforte dello zoccolo duro del Grand old party (Gop) più conservatorista e razzista, non è un dato incoraggiante.
MOLLATO ANCHE DA MURDOCH SULL’IMPEACHMENT?
Nuovi colpi durante la sua corsa arriveranno dalla procedura aperta di impeachment, per il quale il 51% degli americani sarebbe ormai a favore (dal 42% di luglio 2019). Mai dire mai con il tycoon, come dimostra anche l’ingranaggio azionato delle “Women for Trump”. Ma ormai anche la Fox News di Rupert Murdoch, uno dei suoi maggiori sostenitori, fa infuriare Trump per i sondaggi da perdente.
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